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Percorsi di economia sostenibile e circolare

Sostenibilità ed economia circolare sono due concetti che devono necessariamente camminare a braccetto. Se il primo è diventato di uso comune già dalla fine degli anni ’80, il secondo si è diffuso solo recentemente suscitando un notevole interesse tanto da diventare oramai il leit motiv dei sistemi di produzione e consumo responsabili. Va detto, senza addentrarsi in dispute accademiche e terminologiche, che per entrambi i concetti esiste una molteplicità di definizioni tale da generare spesso confusione nei non addetti ai lavori e nell’opinione pubblica; quello che è certo, secondo una visione olistica del problema, è che un sistema sostenibile, o per meglio dire “auto-sostenibile” deve sicuramente contemplare la “chiusura del cerchio”, ovvero una strategia tecnico-operativa che permetta di “internalizzare” il ricorso ad input produttivi, aumentando o mantenendo più a lungo possibile il valore di prodotti, materiali e risorse ed al contempo consentendo di ridurre al minimo gli impatti negativi, tra i quali ad esempio la produzione di rifiuti.

La definizione ed implementazione di una strategia che consenta al sistema olivicolo-oleario di diventare “closed-loop” è proprio l’obiettivo dell’attività sperimentale del gruppo di ricercatori delle sezioni di Meccanica Agraria e di Economia ed Estimo Rurale del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria nell’ambito del progetto SOS, Sustainability of the Olive oil System promosso da Ager.

L’attività di ricerca si incentrerà sull’ottimizzazione del processo di produzione di biogas ritraibile dai sottoprodotti dell’industria olearia (acque reflue olearie e sansa) mediante co-digestione anaerobica con altre matrici/(residui, sottoprodotti, scarti) agro-industriali, agendo in tal modo con l’intento generale di migliorare la sostenibilità del processo produttivo secondo una duplice prospettiva: ridurre l’impatto ambientale provocato dallo smaltimento degli effluenti di frantoio, una delle cause più comuni di inquinamento dovuto alla produzione di olio d’oliva e, attraverso la valorizzazione energetica, ottenere una risorsa ecologica, il biogas, economicamente sostenibile e riutilizzabile per le esigenze aziendali. A supportare e confermare con dati alla mano i potenziali positivi effetti dell’impianto di biogas saranno i risultati di specifiche analisi condotte attraverso le metodologie Life Cycle - Life Cycle Assessment (LCA) e Life Cycle Costing (LCC) che metteranno in luce le ricadute ambientali ed economiche del miglioramento apportato al processo produttivo attraverso la sperimentazione effettuata. Da un lato, l’analisi LCA permetterà di calcolare di quanto verrà ridotto l’impatto ambientale della produzione di olio di oliva, dall’altro l’LCC fornirà un’analisi di fattibilità economica dell’impianto di biogas contemplando i benefici dovuti al potenziale abbattimento dei costi di produzione dell’olio, per lo smaltimento dei rifiuti nonché per il rifornimento di energia elettrica.