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Quanto sono salutisti i consumatori?

Qual è l’interesse dei consumatori nei confronti dei prodotti salutistici? E, in particolare, c’è disponibilità a sostenere un costo più elevato rispetto alla media per oli extravergini di oliva ottenuti con tecniche di spremitura a basso impatto ambientale? Per rispondere a queste domande, l’Università di Teramo, all’interno del progetto S.O.S., sta studiando il comportamento dei consumatori rispetto all’acquisto dei prodotti alimentari.

 

I risultati di questa indagine serviranno a mettere a punto un questionario da distribuire ai consumatori. Da una prima analisi della letteratura, emerge che negli ultimi anni la domanda di prodotti alimentari è drasticamente cambiata. Nella maggior parte dei paesi sviluppati i consumatori sembrano avere più interesse per aspetti considerati “egoistici”, come il benessere, la salute e la qualità (in senso lato) degli alimenti. Allo stesso tempo, i consumatori dimostrano interesse verso prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale in quanto sono preoccupati per l’ambiente e i fattori che lo influenzano, come ad esempio il cambiamento climatico, ma non sono disponibili a spendere di più per prodotti ottenuti nel rispetto della sostenibilità.

Per questi motivi, il settore agro alimentare tende a utilizzare gli attributi salutistici come chiave di marketing più efficace. Molti studi scientifici dimostrano che l'aggiunta di indicazioni specifiche sulle confezioni dei prodotti che riguardano gli aspetti salutistici tende ad aumentare nei consumatori la percezione di “prodotto salutistico” (Saba et al., 2010). Le indicazioni sulla salute sono accettate più facilmente sui prodotti che sono già considerati come “prodotti salutistici” (Siegrist et al., 2008). Ad esempio Verbeke et al. (2009) osservano che i consumatori ritengono che i cereali arricchiti con fibre sono più salutari rispetto ad altri prodotti arricchiti con calcio e omega 3.
In ogni caso, molti studi mettono in evidenza che il fattore edonistico è fondamentale per il consumatore per poter acquistare un prodotto e le indicazioni sulla salute sono importanti solo se l’elemento gusto è soddisfatto (Lyly et al., 2007).

Alcuni studi suggeriscono che le donne hanno una preferenza maggiore per i prodotti maggiormente salutistici (Grunert et al., 2009). L'età sembra aumentare le preoccupazioni relative alla salute e anche l'attrattiva dei prodotti con indicazioni specifiche sugli aspetti salutistici (Ginon et al., 2009).

Infine il prezzo: è un driver importante che influisce negativamente sugli acquisti di alimenti con indicazioni sulla salute (Lalor et al., 2011). Tuttavia un lavoro di Øvrum et al. (2012) ha rilevato che i consumatori con uno standard di vita medio-alto sono maggiormente influenzati dalle informazioni sulla salute rispetto ad altre fasce di popolazione.

Passando in rassegna i dati economici, gli italiani nel 2017 hanno speso di più per il paniere della dieta mediterranea. Nello specifico, sulla base dei dati ISTAT, gli alimenti che hanno mostrato nel 2017 una crescita dei prezzi sono stati la frutta (+5,3%), la verdura (+6,6%), gli oli (+2,4%) e il pesce (+1,8%). Quindi sono proprio i prodotti della dieta mediterranea che fanno registrare un rialzo dei prezzi e una maggiore disponibilità a pagare da parte delle famiglie: i consumatori nazionali sembrano apprezzare sempre più la territorialità e l’autenticità dei prodotti e per questi fattori sono disposti a pagare anche un prezzo più elevato.

Inoltre, cresce molto anche nel nostro Paese1, in linea con molti Paesi del Nord Europa, l’attenzione ad alcune specifiche categorie di referenze, come i “prodotti con”, ossia arricchiti con elementi aventi proprietà benefiche per la salute (esempio gli omega3, etc.), i “prodotti senza” (senza lattosio, senza glutine, senza olio di palma, etc.), i prodotti biologici, quelli a DOP e IGP e, non ultimi, i prodotti a km zero.

(1) Rapporto Coop, 2017

Bibliografia
Ginon, E., Lohèac, Y., Martin, C., Combris, P., Issanchou, S., (2009), Effect of fibre information on consumer willingness to pay for French baguettes, Food Quality and Preference, Vol. 20(5), pp. 343-352.

Grunert, K.G., Lähteenmaki, L., Boztug, Y., Martinsdóttir, E., Øydis, U., Ǻström, A., Lampila, P., 2009. Perception of Health Claims Among Nordic Consumers, Journal of Consumer Policy, Vol. 32(3), pp. 269-287.
Lalor F., Madden C., McKenzie K., Wall
 P. G. (2011) Health claims on foodstuffs: A focus group study of consumer attitudes, Journal of Functional Foods 3 56–59
Lyly M, Roininen K, Honkapaa K et al. (2007) Factors influencing consumers’ willingness to use beverages and ready-to-eat frozen soups containing oat beta-glucan in Finland, France and Sweden. Food Quality Preferce 18, 242– 255. 

Magnusson M. K., Arvola A., Koivisto Hursti U.-K., Aberg L., Sjoden P.-O., (2003), Choice of organic foods is related to perceived consequences for human health and to environmentally friendly behaviour Appetite 40 , pp. 109–117.
Øvrum, A., Alfnes, F., Almli, V., Rickertsen, K., Health information and diet choices: Results from a cheese experiment, Food Policy, Vol. 37(5), pp. 520-529, 2012.

Saba A, Vassallo M, Shepherd R et al. (2010) Country- wise differences in perception of health-related messages in cereal-based food products. Food Quality and Preferce, 21, 385– 393.
Siegrist M., Stampfli N. and Kastenholz H. (2008), Consumers’ willingness to buy functional foods. The influence of carrier, benefit and trust. Appetite 51, 526–529.
Verbeke, W., Scholderer, J., Lähteenmaki, L., (2009), Consumer appeal of nutrition and health claims in three existing product concepts, Appetite, Vol. 52, pp. 684-692.