Valutare la qualità delle olive per scoprire se tre oli calabresi rientrano tutti nella categoria degli extravergini. Per farlo il team di ricercatori di SOS AeEr dell’università della Calabria ha analizzato alcuni parametri di Ottobratica, Tonda di Filogaso e Ciciarello, quali: acidità libera; numero di perossidi; caratteristiche spettrofotometriche e pigmenti, ovvero clorofille e carotenoidi.
Le foglie di ulivo come sottoprodotto da valorizzare. Ne ha parlato il dott. Vito Michele Paradiso nell'ambito di Euro Fed Lipid a Uppsala dove ha presentato i primi risultati di S.O.S. il progetto finanziato da Ager e al quale l'università degli Studi di Bari sta partecipando attivamente.
L’olio di oliva è un prodotto tradizionale dei paesi del bacino del Mediterraneo, nonché alimento principe della cosiddetta “dieta mediterranea”. La frazione grassa dell’olio di oliva è principalmente composta di trigliceridi con un alto rapporto tra acidi grassi monoinsaturi (prevalentemente acido oleico) e polinsaturi. Sono inoltre presenti una grande quantità di micromolecole, quali idrocarburi, steroli, alcoli alifatici, tocoferoli, pigmenti, composti fenolici e volatili, che conferiscono peculiari caratteristiche organolettiche e salutistiche al prodotto. Tale composizione è significativamente influenzata dalle condizioni pedoclimatiche in cui vengono allevati gli ulivi, nonché dalle tecniche agronomiche e dalle tecnologie di estrazione dell’olio.
Quotidianamente ormai sentiamo ricorrere l’attributo “antiossidante” riferito a qualità presenti o ricercate nei diversi alimenti proposti sul mercato. In particolare, per la categoria dei composti antiossidanti naturalmente contenuti in frutta e verdura, l’interesse tra i consumatori e la comunità scientifica è motivato da studi epidemiologici consolidati, che confermano l’associazione tra la frequente assunzione degli stessi e il ridotto rischio di malattie cardiovascolari e cancro.