Questo articolo appare scorretto a partire dal sottotitolo: “I cari vecchi frantoi sono ormai quasi del tutto sostituiti dagli impianti continui a caldo, enormi cilindri di acciaio inossidabile”. Basterebbe, infatti, porre una semplice domanda a un qualsiasi operatore del settore, per capire come funziona davvero questo processo di lavorazione. Non è negli enormi cilindri di acciaio inossidabile (decanter) che la pasta di olive e l’olio in essa contenuto sopportano temperature elevate ma, eventualmente, nella fase precedente, quella della gramolazione che, con buona pace dell’autore dell’articolo, è presente anche nei “cari vecchi frantoi”.
Non ci dilungheremo sugli innumerevoli errori riportati, ma il dato è significativo perché, da diversi anni, gli sforzi di produttori, frantoiani, ricercatori, assaggiatori è quello di comunicare e diffondere la qualità dell’olio italiano, sicuramente tra le eccellenze a livello mondiale.
Lo stesso obiettivo è perseguito dal progetto S.O.S., che guarda alla sostenibilità, senza pregiudicarne la qualità dell’oro liquido italiano. È esattamente con questo spirito infatti che un cospicuo impegno del progetto S.O.S. riguarda la comunicazione. Comunicare la qualità, le caratteristiche, le prospettive e le idee che ruotano attorno all’olio e a tutto il sistema olivicolo-oleario.
Caratterizzazione genetica, biologica e agronomica di cultivar minori del territorio italiano; caratterizzazione chimica dei risultanti oli vergini; studio di soluzioni tecnologiche innovative per l’estrazione; utilizzo e valorizzazione dei sottoprodotti; analisi “green” di composti di interesse. Tutto ciò si pone di indagare il progetto S.O.S., con l’auspicio che ciò possa contribuire a diffondere la buona cultura dell’olio vergine di oliva.