I metalli nell’olio extravergine di oliva: non solo un profilo (chimico), ma una vera impronta digitale

Le analisi chimiche sui metalli pesanti possono essere fondamentali per tracciare la provenienza degli oli extra vergine di oliva e garantirne la valorizzazione. I ricercatori di VIOLIN ci raccontano i risultati delle loro esperienze.

La determinazione della componente inorganica presente all’interno degli EVOO italiani è importante per garantirne la salubrità e la qualità. Nel corso del progetto VIOLIN si è voluto indagare sulla possibilità che il contenuto di metalli possa fornire un’impronta digitale caratterizzante per olii provenienti da diverse regioni italiane.

In primo luogo, al fine di verificare l’accuratezza dei risultati analitici, la determinazione della componente inorganica è stata condotta su un campione di riferimento certificato denominato SRM 1573a, Tomato Leaves. Per l’ottimizzazione della procedura di pretrattamento si è, invece, utilizzato un olio extravergine di oliva commerciale. Infine, l’intera analisi ottimizzata è stata eseguita su campioni di EVOO provenienti da diverse regioni italiane.

La determinazione della componente inorganica è stata eseguita mediante spettroscopia ottica, ampiamente diffusa nei laboratori privati, per quanto riguarda il contenuto di Al, Be, Ca, Co, K, Li, Mg, Na, Sb, Se e V.

Metalli quali Cu, Fe, Zn, Cd e Ni, a causa delle basse concentrazioni, sono stati determinati con la spettrometria di massa; con l’ICP-MS si è anche determinato il contenuto in terre rare (Ce, Er, Gd, La, Nd, Sc, Sm e Y).

Sui risultati ottenuti si è effettuato un trattamento chemiometrico per la tipicizzazione degli oli secondo la provenienza.

Il pretrattamento dei campioni è stato inizialmente effettuato tramite semplice digestione acida in forno a microonde eseguita variando, in prove successive, i rapporti volumetrici della miscela utilizzata e l’aliquota di campione prelevato (in superficie o dal fondo della bottiglia). Si è riscontrata la problematica relativa all’elevata variabilità dei risultati ottenuti per repliche di uno stesso campione; questo ha condotto alla necessità di un ulteriore trattamento di omogeneizzazione del campione stesso. La procedura di omogeneizzazione del campione è stata quindi studiata mediante l’applicazione di un disegno sperimentale, in cui si sono considerate numerose variabili. La risposta ricercata è stata la minore deviazione standard percentuale.

I dati preliminari ottenuti sul primo gruppo di campioni sono stati trattati con l’analisi delle componenti principali (PCA) per valutare la possibilità di discriminare gli oli in base alla regione di provenienza. Sono stati considerati e trattati separatamente il contenuto di metalli e la composizione di terre rare. Considerando le sole concentrazioni di Na, Fe, K, Al, Se, Li, Mn e Zn si ottiene un raggruppamento dei campioni di EVOO in base alla regione di provenienza.

I risultati ottenuti sono già stati presentati al XXVI Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana a Paestum nel settembre 2018.

 

Ornella Abollinoa, Agnese Giacominob

aDipartimento di Chimica, Università di Torino, via Giuria 5, 10125 Torino

bDipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università di Torino, via Giuria 9, 10125 Torino

 

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