Nell'ambito delle attività del progetto VIOLIN, i ricercatori dell’Università degli Studi di Messina hanno utilizzato uno strumento innovativo basato sull’impiego di un “coltello intelligente”, chiamato i-knife, per analizzare numerosi olii extra-vergini di oliva provenienti da diverse regioni d’Italia e ottenuti da differenti varietà di olive pregiate. i-knife nasce dal connubio tra un elettrobisturi e uno spettrometro di massa ad alta risoluzione: il bisturi riscalda l’olio producendo vapori molecolari e lo strumento analizza la composizione di questi vapori e li archivia in un database.  

I dati ottenuti sono stati impiegati per la costruzione di un modello statistico utile a riconoscere autonomamente gli olii successivamente analizzati in soli pochi secondi, al fine di riconoscere gli oli DOP e monovarietali Italiani e tutelarne la loro genuinità e qualità. 

Il gruppo di ricerca ha recentemente pubblicato un articolo in modalità OPEN ACCESS nella rivista LWT-Food Science and Technology, edita da Elsevier e con Impact Factor 4,006. L'articolo è pubblicato e fruibile al seguente link https://doi.org/10.1016/j.lwt.2020.110715

 

Uno studio che getta le basi per trasformare gli scarti di produzione dell'olivicoltura in serbatoi di molecole naturali riutilizzabili per la difesa fitosanitaria delle piante, per una concreta applicazione dell'economia circolare

 

La coltivazione dell’olivo genera una grande quantità di scarti: la potatura porta all’accumulo di foglie e rami, mentre il processo di estrazione di olio dalle drupe produce sanse ed acque di vegetazione. Queste ultime, in particolare, contengono alte concentrazioni di composti fenolici, che le rendono di difficile smaltimento. Tuttavia, le acque di vegetazione rappresentano una fonte alternativa di composti fenolici da utilizzare in diversi settori produttivi come quello farmaceutico, cosmetico, alimentare ed agronomico. Tra i polifenoli presenti nelle acque di vegetazione l’idrossitirosolo, un composto fenolico a basso peso molecolare, è noto per le sue molteplici proprietà biologiche, come quella antiossidante, antinfiammatoria ed antimicrobica. Sebbene sia presente anche nell’olio di oliva, data la sua idrofilicità confluisce soprattutto negli scarti della lavorazione olearia.

Nel contesto del progetto di ricerca VIOLIN (Valorization of Italian OLive products through INnovative analytical tools), finanziato da Ager (Agroalimentare e Ricerca), dalle acque di vegetazione è stato possibile ottenere un estratto arricchito in idrossitirosolo. Il processo di estrazione ha utilizzato una metodologia brevettata ed ecosostenibile, basata su tecnologie di filtrazione a membrana. La caratterizzazione chimica ha consentito di identificare l’idrossitirosolo come componente principale dell’estratto, ed altri fenoli a basso peso molecolare come componente minoritaria.

L’estratto è stato testato per la sua attività antimicrobica su due patogeni dell’olivo, Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi (Pss) ed Agrobacterium tumefaciens (At), che sono responsabili di ingenti perdite di produzione. In particolare, P. savastanoi, l’agente eziologico della rogna dell’olivo, è considerato uno tra i principali patogeni di questa coltura. La sperimentazione pubblicata sulla rivista Natural Product Research (link) ha dimostrato una significativa attività antimicrobica in vitro dell’estratto contro i due batteri testati, in entrambi i casi superiori al solo idrossitirosolo. I risultati suggeriscono quindi un ruolo importante anche delle componenti fenoliche minori, che agiscono in sinergia con l’idrossitirosolo. Se questi dati venissero ulteriormente confermati da una sperimentazione in campo, si potrebbe concretizzate l’ipotesi di una vera applicazione dell’estratto negli uliveti. Il recupero ed il riutilizzo delle acque di vegetazione ha come indubbio valore aggiunto un aumento della sostenibilità dell’intero processo produttivo.

Articolo Violin

 

Tale approccio rappresenterebbe un valido esempio per lo sviluppo di strategie innovative di protezione e difesa delle colture agricole. Infatti, prodotti derivanti dagli scarti della trasformazione di una coltura potrebbero essere applicati nella protezione e difesa della coltura stessa, come promosso dai principi dell’economia circolare, che mira a “chiudere il ciclo” dei processi produttivi. L’economia circolare è infatti un modello di sviluppo a circuito chiuso che evita, ove possibile, la produzione di rifiuti. Questi ultimi diventano risorse da recuperare e valorizzare creando dei benefici sia per l’ambiente che per l’economia. Negli ultimi anni i vantaggi relativi a questo approccio sono stati ampiamente dimostrati come mezzo per raggiungere un migliore equilibrio tra economia, ambiente e salute umana.

Gruppo UNITUS VIOLIN

Le analisi chimiche sui metalli pesanti possono essere fondamentali per tracciare la provenienza degli oli extra vergine di oliva e garantirne la valorizzazione. I ricercatori di VIOLIN ci raccontano i risultati delle loro esperienze.

La determinazione della componente inorganica presente all’interno degli EVOO italiani è importante per garantirne la salubrità e la qualità. Nel corso del progetto VIOLIN si è voluto indagare sulla possibilità che il contenuto di metalli possa fornire un’impronta digitale caratterizzante per olii provenienti da diverse regioni italiane.

La determinazione dell'autenticità degli oli d'oliva extravergini (EVOO) è diventata sempre più importante negli ultimi anni a seguito di scandali dovuti ad adulterazione e contaminazione a cui sono soggetti gli oli. Per questo una delle attività del progetto VIOLIN ha riguardato la valutazione della possibilità di considerare il profilo ossidoriduttivo (cioè il livello di ossidazione di un olio) come un'impronta caratteristica degli oli extravergini di oliva.

La nostra ricerca: Violin

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