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Cos'è l'Olivicoltura
Perchè l'Olivicoltura

La composizione chimica, il complesso di elementi che compongono un prodotto come l'oliva, è uno dei fattori che determina la resa e la qualità del prodotto finito. La varietà, la posizione geografica, le condizioni climatiche e le pratiche agronomiche sono fattori a elevata importanza commerciale poichè influenzano direttamente la materia prima che risulta differente in funzione del momento di raccolta.

È possibile valorizzare e convertire i sottoprodotti oleari in fonti energetiche “verdi” e “sostenibili”? Ci sta lavorando l'unità operativa del Dipartimento di Agraria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, impegnata nell'ambito del Progetto S.O.S proprio nelle attività inerenti la co-digestione anaerobica degli stessi.

Per l'olivo la caratterizzazione varietale è tradizionalmente eseguita mediante il rilievo di caratteri morfo-fisiologici, che sono raccolti nelle schede elaiografiche. Purtroppo però questo riconoscimento spesso è reso difficoltoso dai pochi caratteri disponibili e dall’influenza dell’ambiente. Una valida alternativa per caratterizzare e catalogare correttamente le varietà di olivo è fornita dall’utilizzo delle tecniche basate sull’impiego di marcatori molecolari che studiano specifici punti del DNA, e sono in grado di realizzare una carta d’identità dell’individuo in esame differenziandolo da altri. Il marcatore che per eccellenza si presta a studi di questo tipo è il "marcatore microsatellite", definito con la sigla SSR, dall’inglese Simple Sequence Repeats. Questo tipo di marcatore è stato usato con successo in studi di identificazione varietale (Montemurro et al., 2005) e in studi di tracciabilità di alimenti complessi e altamente processati come il pane, la pasta e l’olio (Pasqualone et al., 2010, 2013).

Cosa accadrebbe se fosse possibile conoscere il contenuto in polifenoli di un olio con un metodo di analisi che fa ricorso a solventi non pericolosi per l’ambiente e gli operatori? Oltre a portare evidenti vantaggi ambientali e per la salute, ciò favorirebbe anche una diffusione più capillare del metodo di analisi e renderebbe più facile e immediata la conoscenza da parte di operatori e consumatori di questo importante parametro qualitativo degli oli. Un passo avanti necessario per costruire quella cultura della qualità di cui il settore degli oli vergini di oliva ha forte bisogno.

Le foglie di ulivo come sottoprodotto da valorizzare. Ne ha parlato il dott. Vito Michele Paradiso nell'ambito di Euro Fed Lipid a Uppsala dove ha presentato i primi risultati di S.O.S. il progetto finanziato da Ager e al quale l'università degli Studi di Bari sta partecipando attivamente.

Innovare la tecnologia di estrazione dell'olio. E' questo l'obiettivo che si sono posti i ricercatori dell'Università di Sassari nell'ambito del progetto S.O.S. Gli studi si sono concentrati sull'utilizzo di un frantoio di proprietà della provincia di Oristano, situato nei locali dell'Istituto di Istruzione Superiore Don Deodato Meloni di Nuraxinieddu, che si differenzia rispetto ad altri frantoi per le operazioni di gramolatura e di estrazione-separazione. Al termine delle prove, si è visto che i vantaggi derivanti da questo impianto sono molteplici: gli oli estratti presentano un maggior contenuto di antiossidanti, con un profilo aromatico migliore e sono ottenuti con un rilevante risparmio di acqua. Il tutto a patto che si utilizzino olive raccolte all’invaiatura
Il termine “sostenibile” è ormai entrato a far parte del vocabolario comune ma spesso viene utilizzato senza avere piena coscienza del concetto che sta dietro a tale parola. Il comparto agro-alimentare rappresenta uno dei settori economici in cui maggiormente si fa riferimento alla sostenibilità, ma quando un prodotto è realmente più sostenibile di un altro? È quello che il gruppo di ricercatori della sezione di Economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria di Reggio Calabria vuole definire all’interno del progetto SOS, Sustainability of the Olive oil System.

La Valle Peligna è un altopiano dell’Abruzzo interno, in provincia dell’Aquila, di superficie di circa 100 Km2 ed altitudine media di 300 – 450 metri s.l.m. Tra le specie arboree, dopo la vite, l’olivo è la coltura agraria maggiormente rappresentata. Gli oliveti si estendono su una superficie di circa 1000 ettari lungo l’intera fascia pedemontana svolgendo anche un importante ruolo idrogeologico e paesaggistico. Il patrimonio olivicolo è costituito prevalentemente da due varietà: la Rustica e la Gentile dell’Aquila.

L’olio di oliva è un prodotto tradizionale dei paesi del bacino del Mediterraneo, nonché alimento principe della cosiddetta “dieta mediterranea”. La frazione grassa dell’olio di oliva è principalmente composta di trigliceridi con un alto rapporto tra acidi grassi monoinsaturi (prevalentemente acido oleico) e polinsaturi. Sono inoltre presenti una grande quantità di micromolecole, quali idrocarburi, steroli, alcoli alifatici, tocoferoli, pigmenti, composti fenolici e volatili, che conferiscono peculiari caratteristiche organolettiche e salutistiche al prodotto. Tale composizione è significativamente influenzata dalle condizioni pedoclimatiche in cui vengono allevati gli ulivi, nonché dalle tecniche agronomiche e dalle tecnologie di estrazione dell’olio.